Tornare all'agricoltura

I giovani sono sempre più numerosi

Tornare all'agricoltura
I giovani sono sempre più numerosi

Negli anni 50 l’Italia era una nazione di agricoltori, divenuti operai nell’arco di 20 anni e successivamente impiegati. I figli di questi ultimi sono cresciuti con l’idea di ottenere un lavoro redditizio del settore del terziario, ma purtroppo a causa della crisi economica che ha colpito il nostro Paese, questo non è stato possibile.

Cosa è successo allora? Sin dal 2013 si è assistito a un sostanziale aumento delle iscrizioni ai dipartimenti di agraria di circa il 40% tanto che tra il 2017/18 45.566 ragazzi hanno scelto questo percorso, e non solo figli di “famiglie agricole”, ma anche chi ha genitori lontani dal mondo della terra. Nel 2017 si potevano contare oltre 55 mila aziende agricole guidate da under 35 portando l’Italia al vertice dell’Unione Europea per la presenza di giovani in agricoltura. L’industria e i servizi non garantiscono un futuro stabile e quindi si è tornati alla TERRA, grazie anche alle nuove tecnologie e disposizione di fondi europei.

I “nuovi agricoltori” hanno ovviamente caratteristiche diverse da quelli del passato, utilizzano il web e supporti tecnologici, sono abituati a viaggiare nel mondo e quindi hanno la possibilità di inserirsi in mercati esteri. Un imprenditore under 35 su quattro è donna con particolare predilezione per la tutela dell’ambiente e per l’attenzione al sociale.

30mila giovani tra il 2016/2017 in Italia hanno presentato domanda per il PSR (piano di sviluppo rurale) dell’Unione Europea, ma purtroppo spesso si trovano di fronte al grande ostacolo del costo della terra che in Italia è il più alto d’Europa. Per questo in molti hanno deciso di ricorrere all’affitto.

L’agricoltura è una delle eccellenze del nostro Paese tanto che la quota di mercato mondiale italiano è tra le prima tre con 77 prodotti e la prima con 23 prodotti come pasta, pomodori, olio, aceto, fagioli. Inoltre la nostra agricoltura è una della più “pulite” e sicure d’Europa in termini di prodotti chimici utilizzati. Vantiamo anche il 17% di produttori biologici di tutta Europa.

L’incontro di menti giovani e all’avanguardia con un mestiere antico ha portato a delle eccellenze del settore biotecnologico e agroalimentare dando origine alla bioeconomy che comprende tutte le produzioni sostenibili di risorse rinnovabili e la loro conversione come le bioplastiche, i biocarburanti e bionergia. Un settore che oggi in Italia occupa 1.6 milioni di persone e che potrebbe rappresentare il futuro del nostro Paese.

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